Letture e Collezionismo
DVD del Film
Le Pasque Veronesi - Quando Verona insorse contro Napoleone 17-25 aprile 1797
Libretto accompagnatorio
Breve storia delle Pasque Veronesi
Cortometraggi
L’agguato (anno 2021)
Libri
Francesco Mario Agnoli, Le Pasque Veronesi. Quando Verona insorse contro Napoleone. Il Cerchio Iniziative Editoriali. Rimini 2013. Prefazione di Francesco Vecchiato. Con saggio introduttivo di Massimo de Leonardis. 2 volumi. Copertine della II edizione. Arricchita di ulteriori saggi e di molte illustrazioni a colori.
Esaurito.
Francesco Mario Agnoli, Le Pasque Veronesi. Quando Verona insorse contro Napoleone. Il Cerchio Iniziative Editoriali. Rimini 2016. Prefazione di Francesco Vecchiato. Con saggio introduttivo di Massimo de Leonardis. 2 volumi. Copertine della III edizione. Arricchita di ulteriori saggi e di centinaia d’immagini (oltre a quelle del tempo) appositamente commissionate ai migliori illustratori ed artisti italiani ed esteri.
Esaurito.
Francesco Mario Agnoli, Le Pasque Veronesi. Quando Verona insorse contro Napoleone. Il Cerchio Iniziative Editoriali. Rimini 2016. Prefazione di Francesco Vecchiato. Con saggio introduttivo di Massimo de Leonardis. 2 volumi. Copertine della III edizione. Arricchita di ulteriori saggi e di centinaia d’immagini (oltre a quelle del tempo) appositamente commissionate ai migliori illustratori ed artisti italiani ed esteri.
Esaurito.
Cavedini Nicola – Ruggiero Maurizio, Risorgimento criminale: Verona e le genti venete fra occupazione sabauda e controrivoluzione (1848-1869): i soldati lombardo-veneti fedeli all’Imperatore e l’insorgenza del Corpus Domini del 1867. Stampato in proprio. Verona 2017.
Esaurito.
In copertina: Pavia, 16 dicembre 1858. In Corso di Strada Nuova, davanti all’Università, due mazziniani assassinano con un pugnale a lama triangolare, solitamente adoperato nei rituali massonici delle Logge, l’insigne cattedratico Emilio Briccio, reo di essere un fedele suddito di Sua Maestà l’Imperatore Francesco Giuseppe. È solo uno dei tanti delitti politici del cosiddetto Risorgimento. I criminali, tali Giuseppe Pedotti ed Enrico Novaria, riparano nel Piemonte di Cavour, dove trovano asilo e complicità. Ancor oggi Pavia ricorda con due vie gli assassini, ma non il docente pugnalato a morte. Mentre i massoni intitolano a Pedotti la loro loggia cittadina. Tavola di Oliviero Murru.
Bandiera Contarina
Il seicentesco vessillo veneziano del Doge Domenico II Contarini è la più bella bandiera veneziana pervenuta sino a noi. Essa sventolava sulla nave dogale durante l’assedio turco di Candia (Creta), forse il più lungo assedio della storia, che durò dal 1644 al 1669, fra lo stupore dell’intera Europa. L’isola di Creta, invasa dai turchi, resistette, rifornita continuamente dal mare dalle flotte veneziane, nettamente superiori a quelle maomettane. L’originale del vessillo Contarini si conserva al Museo Correr di Venezia e misura m. 6,50 in lunghezza e m. 3,20 in altezza.
Il Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi ed altri sodalizi veronesi (Comitato Veneto Indipendente e Sindacato Libero) ne hanno curato la ricostruzione, affidandola a uno dei più bravi illustratori italiani, Oliviero Murru, che l’ha completamente ridisegnata, fin nei minimi dettagli, integrando e migliorando le parti lacunose o usurate dal tempo. La bandiera è corredata da un libretto esplicativo, disponibile sia in italiano che in inglese che ne spiega la complessa simbologia sia civile che religiosa.
Bandiera dogale Contarina (seconda metà del secolo XVII).
Versione originale in orizzontale.
Dimensioni disponibili
Formato orizzontale piccolo
Formato orizzontale MEDIO
Formato orizzontale grande
Bandiera dogale Contarina (seconda metà del secolo XVII).
Versione originale in orizzontale.
Dimensioni disponibili
Formato verticale piccolo
Formato verticale MEDIO
Formato verticale grande
Monete antiche
Il Comitato per la celebrazione delle Pasque Veronesi ha riprodotto anche antiche monete veneziane e Della Scala, i Signori di Verona, in età medievale.
Le monete sono disponibili con legenda esplicativa, sia in italiano che in inglese
zecchino veneziano
Zecchino viene da zecca, l’officina di Stato veneziana dove si coniavano le monete ducali. Sul dritto: Il Doge afferra con la mano sinistra la croce astile, mentre sta in ginocchio dinnanzi al principale Patrono della Serenissima, San Marco, in piedi benedicente. Sul rovescio: Cristo visto di fronte, entro una mandorla contornata di sedici stelle, con la mano destra benedicente e l'altra che tiene il Vangelo. La figura chiusa della mandorla rappresenta il mistero della resurrezione del Cristo.
Tra il XII e il XIII secolo, Genova prima, Firenze poi, coniarono rispettivamente il genovino e il fiorino d’oro, cui seguì, il 31 ottobre 1284, essendo Doge Giovanni Dandolo, il ducato d’oro veneziano o zecchino.
Pesava 3,5 grammi d’oro (puro al 997 su 1.000) e tale restò fino al crollo della Repubblica nel 1797, cambiato e accettato ovunque, anche nei Paesi non cristiani, nonostante l’immagine del Redentore impressa sopra. Il 20% dell’oro mondiale, infatti, era impiegato per la sua battitura. Con uno zecchino si poteva effettuare un pagamento di media importanza (un abito non di lusso, una ricca cena fra amici ecc.) corrispondendo a quattro giornate di retribuzione di un comune operaio.
ducato d'argento
Sul dritto: Il Doge, in ginocchio, riceve dal principale Patrono della Serenissima, San Marco, benedicente, l’orifiamma sormontato dalla croce, che entrambi sorreggono con la mano sinistra. Il Santo, in trono, è sontuosamente vestito; il Doge è parato con gli abiti dogali. In basso le iniziali dell’ultimo massaro della Repubblica, F. B. (Francesco Barbaro). Il massaro era il pubblico funzionario che sovraintendeva alla zecca di Stato.
Sul rovescio: Leone, alato e aureolato, simbolo del Patrono San Marco, che tiene con la zampa anteriore il libro del Vangelo aperto. Sullo sfondo, a sinistra, la torre, a rappresentare i domini di Terraferma.
Grosso Scaligero
Medaglioni commemorativi
bicentenario delle pasque veronesi
Medaglione commemorativo del bicentenario delle Pasque Veronesi (1797-1997).
Sul dritto: Un combattente veronese, armato di moschetto, che indossa la divisa della Guardia Nobile cittadina, la milizia volontaria costituita dai veronesi per la difesa della città. Sullo sfondo è scolpita Porta San Giorgio, con dietro l’omonima chiesa, una delle zone dove più aspri furono i combattimenti fra truppa rivoluzionaria francese e veronesi.
Sul rovescio: Al centro il Leone alato di San Marco tiene stretta fra gli artigli l’arma scudata della città, quella Verona Fidelis, che fu la sola a levarsi in difesa della Serenissima contro il più importante esercito del mondo. Ideazione e disegno di Quirino Maestrello.
Fusione in lega di bronzo. Verona. 1997.
bicentenario della vittoria veneto-imperiale di magnano
Medaglione commemorativo del bicentenario della vittoria veneto-imperiale di Magnano (Vr) 26 marzo 1799, detta anche battaglia di Verona, combattuta per più giorni (dal 26 marzo al 5 aprile 1799) su un vasto scacchiere che interessò i Comuni di Buttapietra, San Giovanni Lupatoto, Legnago, Verona, Bussolengo, Pastrengo e Sona.
Sul dritto: Un cavaliere imperiale, sciabola sguainata, si getta sopra un fante francese, mentre un altro cavaliere transalpino, disarcionato, cade a terra.
Sul rovescio: Il leone alato di San Marco tiene fra gli artigli lo scudo con l’arma di Verona. Sulla destra l’aquila bicipite imperiale, con le bende sacerdotali, la corona, la spada e lo scettro, simboli del potere universale per eccellenza e di origine divina del Sacro Romano Imperatore. Bassorilievo bifacciale. Ideazione e disegno di Quirino Maestrello.
Fusione in lega di bronzo. Verona 1999.